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D.1 Come comportarsi all'esito della valutazione?

A seguito degli esiti della valutazione del rischio è necessario:

  1. definire procedure di riduzione e controllo del rischio in relazione alle tipologie di attività lavorative svolte e all’ottimale organizzazione del lavoro, individuando date e tempi di realizzazione degli stessi (vedi tabella D.1.1)

  2. definire le specifiche misure di prevenzione e protezione da mettere in atto, qualora insorgano situazioni di non conformità e criticità, per le diverse categorie di lavoratori;

  3. definire le necessità di sorveglianza sanitaria in relazione alle criticità termiche emerse nell'ambito della valutazione del rischio, con particolare riguardo alla tutela dei soggetti particolarmente sensibili;

  4. determinare l’efficacia delle azioni di riduzione e controllo del rischio messe in atto, cui al punto a), confrontando i parametri valutativi ottenuti con gli appropriati valori di riferimento considerando la tipologia all’ambiente lavorativo (moderabile / vincolato);

  5. decidere se sia necessario un ulteriore approfondimento valutativo;

  6. definire il programma di sorveglianza sanitaria, in relazione agli esiti della rivalutazione (dovrebbe essere necessario solo nel caso di ambienti vincolati) (punto b).

La tabella D.1.1 riporta una rappresentazione schematica delle possibili misure tecniche da mettere in atto.

Tabella D.1.1 – Esempi di misure tecniche di prevenzione

Temperatura dell’aria

Posizionare le sorgenti calde o fredde in aree esterne ai luoghi di lavoro abitualmente occupati dai lavoratori.

Eliminare le sorgenti di aria calda/fredda.
Isolare le superfici calde.
Isolare gli sfiati di aria calda o fredda.
Prevedere indumenti di lavoro per il caldo /freddo.

Umidità

Eliminare scarichi di vapore o acqua nell’ambiente.
Isolare le superfici raffreddate con acqua o qualsiasi superfice che produca vapori.

Se sono usati indumenti impermeabili accertarsi che siano traspiranti.

Radiazione Termica

Ridurre le superfici radianti.

Usare schermi riflettenti.

Isolare o schermare opportunamente le superfici radianti.

Posizionare le aree di lavoro lontano da superfici radianti.

Usare indumenti speciali di protezione per calore radiante (se necessario).

 

Flussi di aria

Ridurre o eliminare flussi/ correnti d’aria che investano in maniera diretta i lavoratori.

Usare schermi per proteggere localmente da correnti d’aria.

Posizionare le aree di lavoro il più possibile lontano da correnti/flussi d’aria.

Ambienti moderabili

Per tutti gli ambienti non vincolati predisporre una procedura di verifica dell’efficienza dell’impianto di climatizzazione e del sistema di controllo delle condizioni microclimatiche interne. Qualora non sia presente un idoneo impianto di climatizzazione, prevedere la possibilità di adeguata climatizzazione; predisporre nell’immediato un efficiente sistema di controllo delle condizioni microclimatiche interne (es termoigrometri), per prevenire e fronteggiare l’insorgenza di condizioni di lavoro critiche mediante l’adozione di idonee procedure organizzative. Predisporre un piano di azione in caso di insorgenza di condizioni microclimatiche critiche.

Esempi di azioni preventive di carattere organizzativo e procedurale da mettere in atto per prevenire il rischio microclima in ambienti caldi e freddi sono riportati schematicamente nella tabella D.1.2.

Tabella D.1.2 – Esempi di misure organizzative e procedurali di prevenzione per ambienti vincolati

AMBIENTI CALDI

  • rendere disponibile sui luoghi di lavoro un termometro ed igrometro;

  • programmare i lavori più faticosi, ove possibile, in orari con temperature favorevoli;

  • programmare pause - definendone durata e periodicità - in aree di lavoro in condizioni di comfort termico;

  • prevedere un programma di acclimatamento per i lavoratori alle condizioni termiche di esercizio;

  • programmare, laddove possibile, una rotazione nel turno fra i lavoratori esposti;

  • garantire disponibilità di acqua per l’idratazione con specifici protocolli di assunzione dei liquidi;

  • fornire ai lavoratori – ove possibile - indumenti da lavoro leggeri di tessuto traspirante;

  • formare ed informare i lavoratori sulle problematiche legate all’esposizione al caldo, sulle procedure di lavoro da adottare, sulle metodiche di acclimatamento e a seguito dell’insorgenza di condizioni di suscettibilità individuale;

  • fornire ai lavoratori pasti adeguati ricchi in frutta e verdura, evitando cibi ricchi in grassi e sale che rallentano la digestione e predispongono a stress da caldo.

AMBIENTI FREDDI

  • programmare pause - definendone durata e periodicità - in aree di lavoro in condizioni di comfort termico;

  • asciugarsi regolarmente il sudore in caso di sforzo fisico;

  • fornire ai lavoratori DPI antifreddo per il corpo e per il capo conformi alla norma UNI EN 342:2018 e per le mani conformi alla norma UNI EN 511:2006 (vedi FAQ D.3);

  • indossare berretti antifreddo (se necessario al di sotto del casco antinfortunistico);

  • evitare che l’abbigliamento per il freddo risulti aderente e verificarne la buona traspirazione per consentire la dispersione del sudore eventualmente accumulato;

  • formare ed informare i lavoratori sulle problematiche legate all’esposizione al caldo, sulle procedure di lavoro da adottare, sulle metodiche di acclimatamento e a seguito dell’insorgenza di condizioni di suscettibilità individuale;

  • fornire ai lavoratori pasti adeguati, bevande calde e vietare l’uso di bevande alcoliche che non aiutano a combattere il freddo.


 

PROGRAMMA DI MISURE TECNICHE

Come specificato nella FAQ D.2, nell'ambito del documento di valutazione del rischio andranno sempre indicate le misure tecniche e/o organizzative che si adotteranno per eliminare o ridurre il rischio e garantire nel tempo il miglioramento della condizione espositiva, indicazione delle modalità, tempistiche e figure aziendali preposte all’attuazione del programma.


 

AMBIENTI VINCOLATI

Gli articoli 28 e 29 del Titolo I, e per gli agenti fisici il Capo I del Titolo VIII all’articolo 181 comma 3, prescrivono che nella valutazione dei rischi vada precisato quali misure di prevenzione e protezione devono essere adottate. In quest’ambito si ribadisce esplicitamente come anche il programma delle misure di prevenzione e riduzione del rischio trova riferimento nella redazione di una relazione che costituisce parte integrante del documento di valutazione dei rischi.

In sintesi, se al termine della valutazione del rischio microclima si sono riscontrate non conformità con i limiti riportati nelle norme tecniche relative a possibili stress termici, che ricordiamo essere la norma UNI EN ISO 11079 [12] per gli ambienti freddi, le norme UNI EN ISO 7243 [11] e UNI EN ISO 7933 [10] per gli ambienti caldi, il documento di valutazione dei rischi dovrà contenere un “programma di intervento” nel quale risultino esplicitate le azioni di natura tecnica e/o organizzativa da intraprendere in quanto ritenute efficaci ai fini della riduzione del rischio e per la tutela dei lavoratori. In questo documento vanno incluse la modalità e le tempistiche realizzative degli interventi programmati, l’individuazione della figura responsabile del processo di attuazione e infine i risultati attesi, su base previsionale, in termine di contenimento dell’esposizione a completamento del programma.

 

AMBIENTI MODERABILI (FAQ E.2)

Anche nel caso degli ambienti moderabili, che ricade invece sotto la giurisdizione dell’Allegato IV del D. Lgs. 81/2008 [1], l'esito della valutazione può comportare la richiesta di redigere un programma di misure tecniche o organizzative, soprattutto nei casi in cui la dimostrata inadeguatezza delle condizioni termo-igrometriche ambientali alla situazione lavorativa in esame e/o alle condizioni individuali del lavoratore sia in grado di comportare effetti sulla sulla salute e sicurezza dei lavoratori.

È fondamentale che la valutazione del microclima preveda un programma di procedure ad hoc da mettere in atto per la prevenzione degli effetti sulla salute e sulla sicurezza legati all'insorgenza di condizioni microclimatiche critiche anche in ambienti "moderabili" ove le condizioni climatiche sfavorevoli possono comportare effetti rilevanti (incidenti, infortuni, stress etc.) dovuti al disagio e alla disattenzione (es. trasporti, terziario, logistica, commercio etc). Il piano degli interventi e delle azioni da mettere in atto per garantire il conseguimento delle condizioni di comfort nei differenti possibili scenari sarà a beneficio sia del datore di lavoro, che può pianificare in modo sistematico e ragionato gli interventi da eseguire, sia dell’organo di controllo e degli RLS che possono verificare rapidamente se, e in che misura, si è dato seguito, nei tempi e nei modi indicati, agli impegni presi.

 

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