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A.1 Quali sono i rischi sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori derivanti dall'esposizione a vibrazioni?

Il rischio associato all’esposizione umana a vibrazioni dipende dai seguenti principali fattori:

§  dalle modalità di trasmissione: trasmissione al corpo nella sua totalità (corpo intero ovvero WBV) o trasmissione localizzata, generalmente al sistema mano braccio (HAV);

§  dal tipo di oscillazione: frequenza, accelerazione, durata, direzione di applicazione;

§  delle caratteristiche meccaniche del corpo umano: frequenza caratteristica degli organi (connessa ai fenomeni di risonanza), caratteristiche di smorzamento, impedenza e trasmissibilità dei tessuti, che a loro volta dipendono dalle modalità di accoppiamento del corpo umano alla sorgente di vibrazioni.

 

VIBRAZIONI TRASMESSE AL SISTEMA MANO-BRACCIO

I lavoratori esposti regolarmente a vibrazioni di ampiezza e durata eccessive possono lamentare, nel lungo termine, disturbi vascolari, neurologici, osteoarticolari e/o muscolo-tendinei. L’insieme di tali disturbi è noto con il termine “sindrome da vibrazioni mano-braccio”.

Gli studi epidemiologici hanno evidenziato che la probabilità di insorgenza e la gravitaÃÂÅ’€ della sindrome dipendono non solo dalle caratteristiche fisiche delle vibrazioni (frequenza e magnitudo) e dalla loro durata, ma anche dalle modalitaÃÂÅ’€ operative, ed in particolare da alcuni fattori biodinamici e ergonomici quali la forza di prensione o di spinta esercitate sull’utensile, e la postura del braccio e del tronco. Altri fattori che possono aumentare il rischio sono rappresentati dalle condizioni ambientali  di lavoro, quali temperatura, correnti d’aria, umiditaÃÂÅ’€, rumore, e dalle  caratteristiche individuali del soggetto esposto, quali la presenza di condizioni di suscettibilitaÃÂÅ’€ individuale, l'abitudine al fumo, l’assunzione di farmaci o sostanze con effetti avversi sulla circolazione periferica (vedi FAQ A.2).

I sintomi associati alla sindrome da vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio possono anche influire sulla sicurezza dei lavoratori. In particolare i disturbi neuro-vascolari possono causare riduzione o perdita della capacità di manipolare utensili o macchinari di comune impiego, oppure difficoltà nell'uso degli stessi, con possibili ricadute di tipo infortunistico o ergonomico: la riduzione o perdita della destrezza manuale può comportare maggiore difficoltà nel controllo dell'utensile che tende ad essere impugnato con maggior forza con conseguente aumento della energia vibratoria trasmessa al sistema mano-braccio. Il deterioramento della capacità di manipolazione fine, inoltre, può compromettere l'esecuzione di azioni che richiedono destrezza manuale nell’ambito della vita sia lavorativa che extra lavorativa, quali ad esempio assemblare componenti di piccole dimensioni, inserire bottoni nelle asole, avvitare con piccoli cacciaviti, etc.

DISTURBI DI NATURA VASCOLARE

I lavoratori esposti alle vibrazioni mano-braccio possono lamentare episodi di pallore delle dita delle mani, definito come fenomeno del “dito bianco”. Tale sintomo eÃÂÅ’€ dovuto ad una interruzione temporanea della circolazione sanguigna nelle dita causata dal vasospasmo delle arterie digitali, evento quest’ultimo condizionato dalle vibrazioni meccaniche e scatenato dal microclima freddo. Dal punto di vista nosografico il sintomo viene classificato come un fenomeno di Raynaud secondario all’esposizione occupazionale alle vibrazioni meccaniche.

Per descrivere i disturbi vascolari provocati dalle vibrazioni sono stati utilizzati termini diversi:

·              fenomeno del dito bianco;

·              fenomeno di Raynaud di origine professionale;

·              angioneurosi delle dita delle mani;

·              dito bianco indotto da vibrazioni.

Gli episodi di pallore digitale possono interessare inizialmente la falange terminale (distale) di uno o più dita delle mani, ma se l’esposizione alle vibrazioni e al microclima freddo permangono, il pallore può estendersi alle falangi intermedie e prossimali. Gli episodi di pallore sono più frequenti nelle stagioni fredde e possono durare da pochi minuti a oltre un’ora. L’esposizione al calore e/o il massaggio locale possono risolvere il vasospasmo a frigore e indurre una vasodilatazione locale che si manifesta con rossore delle dita accompagnato, talora, da dolore. Gli episodi di pallore digitale possono determinare la completa perdita temporanea della sensibilità tattile e della destrezza manuale del lavoratore interferendo con lo svolgimento dell’attività lavorativa e aumentare il rischio infortunistico.

Il fenomeno del dito bianco è inizialmente di origine funzionale senza evidenti alterazioni strutturali dei vasi sanguigni e pertanto può essere reversibile se viene a cessare l’esposizione alle vibrazioni meccaniche. Tuttavia è stato dimostrato che la reversibilità del sintomo è inversamente proporzionale all’età del lavoratore, alla durata dell’esposizione pregressa e alla gravità del sintomo al momento della cessazione dell’esposizione. 

 

DISTURBI DI NATURA NEUROLOGICA

I lavoratori esposti alle vibrazioni mano-braccio possono lamentare sensazioni di formicolio (parestesie) e/o intorpidimento nelle dita delle mani (ipoestesie). Questi sintomi neurosensitivi tendono a comparire prima dei disturbi vascolari e mostrano una minore reversibilità alla cessazione dell’esposizione alle vibrazioni meccaniche. I sintomi neurosensitivi possono arrecare maggior disturbo di quelli vascolari in quanto questi ultimi sono episodici e causati dall’esposizione al freddo, mentre quelli neurosensitivi tendono a persistere nel tempo. Ai disturbi neurosensitivi si associano una riduzione obiettiva delle sensibilità tattile, termica e vibratoria, nonché una diminuzione o perdita della destrezza manuale con negative interferenze sulla capacitaÃÂÅ’€ lavorativa e l’espletamento delle normali attività quotidiane.

 

SINDROME DEL TUNNEL CARPALE

Vi è evidenza epidemiologica che l’esposizione a vibrazioni meccaniche in combinazione con movimenti ripetitivi, forza di prensione, e posture ergonomiche sfavorevoli durante l’uso di utensili vibranti sono associati significativamente ad un eccesso di rischio di insorgenza della sindrome del tunnel carpale.

 

DISTURBI MUSCOLOSCHELETRICI

I risultati di vari studi epidemiologici hanno suggerito che i lavoratori con prolungata esposizione alle vibrazioni meccaniche possono presentare fenomeni di deterioramento della forza muscolare, fatica e dolenzia muscolo-tendinea, ipotonia-ipotrofismo della muscolatura degli arti superiori. E’ verosimile che questi disturbi siano il risultato dell’effetto combinato delle vibrazioni meccaniche e di condizioni ergonomiche sfavorevoli.

Studi di diagnostica per immagini hanno evidenziato un eccesso di rischio per alterazioni croniche degenerative a carico delle ossa e delle articolazioni del polso e del gomito (artrosi, calcificazioni, entesopatie) nei lavoratori che usano utensili vibranti a movimento percussorio che generano vibrazioni di elevata ampiezza e bassa frequenza (<50 Hz), quali, ad esempio, martelli perforatori/scalpellatori/da sbancamento nelle lavorazioni minerarie, delle costruzioni o dei materiali lapidei.

Alcuni studi clinico-epidemiologici hanno suggerito che l’esposizione a vibrazioni mano-braccio potrebbe essere associata ad una aumentata probabilità di insorgenza di alterazioni a carico dei tendini degli arti superiori (tendiniti, tenosinoviti) e ad un eccesso di rischio per il morbo di Dupuytren caratterizzato da retrazione dei tessuti fasciali del palmo della mano e deformità in flessione delle dita.

Infine, i risultati di alcuni studi epidemiologici sembrano indicare che l’esposizione occupazionale a vibrazioni mano-braccio può determinare un aumento del rischio di ipoacusia da trauma acustico cronico e di disturbi a carico del sistema nervoso centrale (SNC). Questi ultimi sono stati descritti in un numero limitato di studi, alcuni dei quali viziati da distorsioni ed errori metodologici, per cui risulta estremamente difficile ipotizzare eventuali associazioni tra patologie del SNC e l’esposizione professionale a vibrazioni mano-braccio.

 

VIBRAZIONI TRASMESSE AL CORPO INTERO

Il ruolo delle vibrazioni trasmesse al corpo intero nella etiopatogenesi delle alterazioni del rachide non è ancora completamente chiarito poiché la guida di macchine o veicoli comporta non solo l’esposizione a vibrazioni potenzialmente dannose ma anche a fattori di stress ergonomico quali ad es. una prolungata postura statica o frequenti movimenti di flessione e torsione del rachide. Inoltre, alcune categorie di autisti, come gli addetti ad attività di trasporto in vari settori commerciali, possono svolgere lavori di sollevamento e spostamento di carichi manuali che rappresentano un’ulteriore fattore di stress per il tratto lombare del rachide. Alcune caratteristiche individuali (età, indice di massa corporea, abitudine al fumo di tabacco, aspetti costituzionali), fattori di natura psicosociale e pregressi traumatismi alla schiena sono considerati ulteriori variabili predittive della comparsa di disturbi al rachide, in particolare di lombalgie. Pertanto, i sintomi muscolo-scheletrici e le lesioni al rachide lombare nei conducenti di macchine o veicoli rappresentano un complesso di alterazioni di origine multifattoriale nella cui etiopatogenesi intervengono fattori di natura sia occupazionale sia extra-occupazionale. Ne deriva che risulta difficile separare il contributo delle vibrazioni da quello di altri fattori di rischio individuale ed ergonomico nell’insorgenza e/o aggravamento di turbe del rachide. Studi di biodinamica hanno tuttavia evidenziato i possibili meccanismi attraverso i quali le vibrazioni possono indurre lesioni alla colonna vertebrale: (i) sovraccarico meccanico dovuto a fenomeni di risonanza del rachide nell’intervallo di frequenza delle vibrazioni tra 3 e 10 Hz, con conseguente danno strutturale a carico dei corpi vertebrali, dischi e articolazioni intervertebrali; (ii) eccessiva risposta contrattile dei muscoli paravertebrali causata da intenso stimolo vibratorio, con conseguenti fenomeni di strain e affaticamento muscolare.

 

DISTURBI E PATOLOGIE DEL RACHIDE LOMBARE

I risultati degli studi epidemiologici attualmente disponibili depongono per una maggior occorrenza di disturbi al rachide lombare nei conducenti di veicoli industriali e di mezzi di trasporto rispetto a gruppi di controllo non esposti a vibrazioni meccaniche. Recenti revisioni della letteratura epidemiologica concordano nell'attribuire una forte evidenza epidemiologica all'associazione tra patologie del rachide lombare ed esposizione professionale a vibrazioni trasmesse al corpo intero. In particolare, è stato evidenziato un aumentato rischio di lombalgie e lombosciatalgie, alterazioni degenerative della colonna vertebrale (spondiloartrosi, spondilosi, osteocondrosi intervertebrale), discopatie e ernie discali lombari e/o lombosacrali negli autisti di macchine e veicoli. Il rischio di insorgenza di patologie del rachide lombare sembra inoltre aumentare con l’aumentare della durata e dell’intensità dell’esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero.

In un limitato numero di Stati membri dell’Unione Europea (Belgio, Germania, Paesi Bassi, Francia, Italia), alcune patologie del rachide, in particolare del tratto lombare, sono considerate di origine professionale in presenza di specifici requisiti relativi all’intensità e alla durata di esposizione alle vibrazioni.

DISTURBI CERVICO-BRACHIALI

L’esposizione a vibrazioni con frequenze sovrapponibili alla frequenza di risonanza del corpo umano (4-8 Hz) può amplificare la risposta muscolare del distretto collo-spalla. Alcuni studi epidemiologici hanno evidenziato un’aumentata occorrenza di disturbi cervico-brachiali nei conducenti di automezzi. Diversi fattori ergonomici sono sospettati di essere all’origine di questi disturbi, quali i movimenti di rotazione e torsione del capo, i movimenti ripetitivi del sistema mano-braccio-spalla per azionare i comandi dei veicoli, e l’esposizione a vibrazioni meccaniche. Tuttavia i pochi studi epidemiologici sinora condotti hanno dimostrato una associazione non conclusiva tra esposizione a vibrazioni e disturbi cervico-brachiali.

 

DISTURBI DIGESTIVI

Ricerche sperimentali hanno evidenziato che l’esposizione acuta a vibrazioni meccaniche può indurre un aumento dell’attività gastro-intestinale. Alcuni studi epidemiologici hanno riportato un’aumentata prevalenza di disturbi gastro-intestinali, gastrite e ulcera peptica in autisti professionisti.  L’associazione tra l’esposizione a vibrazioni meccaniche e disturbi dispeptici è risultata, tuttavia, debole. Inoltre, alcuni di questi studi non presentavano un adeguato controllo di possibili, importanti, fattori di confondimento (ad es. fumo di tabacco, assunzione di bevande alcooliche, abitudini alimentari, turni lavorativi, stress). Pertanto, il problema se l'esposizione a vibrazioni possa determinare disturbi digestivi rimane ancora aperto.

 

EFFETTI SULL’APPARATO RIPRODUTTIVO

E’ possibile che l’esposizione a vibrazioni meccaniche possa causare alcuni effetti nocivi sull’apparato riproduttivo femminile. Disturbi del ciclo mestruale, processi infiammatori e anomalie del parto sono stati riportati in donne esposte a vibrazioni con frequenze tra 40 e 55 Hz. Studi osservazionali di popolazione su aborto spontaneo e mortalità prenatale in assenza di malformazioni congenite sembrano suggerire che tali eventi possono presentare un'incidenza maggiore di quella attesa in donne lavoratrici esposte a vibrazioni nel settore dei trasporti. Ulteriori ricerche sono necessarie per confermare tali dati.

 

DISTURBI CIRCOLATORI

Nella letteratura scientifica viene suggerita un’associazione tra esposizione a vibrazioni e insorgenza di emorroidi e varici venose degli arti inferiori. Nell’ambito di tale possibile associazione, l’esposizione a vibrazioni potrebbe agire come fattore concorrente in combinazione con la prolungata postura assisa tipica dei conducenti di automezzi e veicoli. Una elevata pressione intra-addominale indotta dalle vibrazioni sembra anche poter avere un ruolo nel meccanismo patogenetico delle affezioni emorroidarie.

 

 

EFFETTI COCLEO-VESTIBOLARI

Una prolungata esposizione a vibrazioni meccaniche sembra poter aggravare l’ipoacusia provocata dal rumore. L'esposizione combinata a vibrazioni e rumore sembra causare uno spostamento temporaneo della soglia uditiva alle alte frequenze (6-10 kHz) maggiore di quello provocato dall'esposizione al solo rumore. Il meccanismo patogenetico di tale effetto sinergico sull’organo dell’udito non è stato ancora chiarito. Una iporeflettività vestibolare ed una più elevata prevalenza di turbe dell’equilibrio sono state descritte in lavoratori esposti a vibrazioni trasmesse al corpo intero, ma il significato di un’associazione tra vibrazioni e disturbi vestibolari è dubbio.

 

RISCHI INDIRETTI

Le vibrazioni meccaniche  trasmesse per via strutturale dal macchinario vibrante possono produrre i seguenti effetti di tipo indiretto:

a.     compromettere la stabilità delle strutture o la buona tenuta delle giunzioni.

b.     pregiudicare il corretto funzionamento di macchinari ed impianti

c.      compromettere il corretto  espletamento di compiti lavorativi a causa delle vibrazioni indotte sul piano di lavoro o nell'area di lavoro interessati dalle  vibrazioni.

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