Con riferimento all’articolo 183 del D.Lgs.81/08 (Lavoratori particolarmente sensibili), il datore di lavoro adatta le misure di cui all’articolo 182 (Disposizioni miranti ad eliminare o ridurre i rischi) alle esigenze dei lavoratori appartenenti a gruppi particolarmente sensibili al rischio che, anche nel caso di esposizione ad US, includono i minori (L.977/67 e s.m.i.) e le lavoratrici in gravidanza (D.Lgs.151/2001).
Vanno inoltre annoverati i lavoratori che indossano protesi acustiche, lenti a contatto, pacemaker (soprattutto se di vecchia generazione), soggetti ipoacusici. Per quanto riguarda gli effetti sull’apparato uditivo, alcuni individui possono risultare più suscettibili di altri all’insorgenza di disturbi per predisposizione individuale o altro.
I principali fattori che possono incrementare il rischio individuale sono:
OTOTOSSICI
Sostanze ototossiche
Le sostanze chimiche, i solventi e i medicinali che possono causare danni all’udito permanenti o temporanei sono chiamate ototossine. Molti solventi industriali sono ototossici. Le sostanze chimiche solitamente inalate o assorbite attraverso la pelle possono raggiungere l’orecchio interno attraverso la circolazione sanguigna. Le sostanze chimiche e i solventi di cui è noto l’effetto ototossico comprendono: tricloroetilene, xilene, stirene, toluene, esano e disolfuro di carbonio. Danni all’orecchio interno possono venire anche dall’ossido di carbonio, che causa un’ipossia generale dell’organismo.
Farmaci ototossici
L’uso di alcuni medicinali può anch’esso avere effetti ototossici. Chi assume farmaci di cui è noto l’effetto ototossico non dovrebbe essere esposto agli US. Fra i medicinali che hanno un’influenza sull’udito si trovano alcuni antibiotici, i farmaci per il trattamento del cancro, diuretici e chinine. Non è stato provato un effetto combinato di medicinali e US sull’udito nonostante gli effetti individuali di molti farmaci sull’udito siano ben documentati.
In tabella A.2 si riportano gli agenti chimici che possono causare perdita dell’udito ed un elenco non esaustivo delle industrie maggiormente interessate dalla loro utilizzazione. Non sono note curve dose risposta che consentano di quantificare l’incremento del rischio di esposizione agli US in presenza di dette sostanze.
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Agente chimico |
Industria |
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Tricloroetilene (usato solo in regime di autorizzazione) |
Sgrassatori di metalli industriali e pulizie tessuti |
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Xilene |
Settore chimico, petrolifero, trasporti, vernici, sanitario (anatomia patologica) |
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Stirene |
Industrie di trasformazione (alimentare, chimica, gomma e materie plastiche, ecc.), commercio, servizi, trasporti, costruzioni |
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Toluene |
Industria delle vernici, gomma e materie plastiche, stampa |
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Acido cianidrico |
Industria estrattiva, galvanoplastica, industria chimica, acciaio, metallurgia, trasformazione (fibre sintetiche, plastiche, coloranti, pigmenti, nylon) |
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Disolfuro di carbonio |
Industria tessile, agricoltura, laboratori chimici |
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Piombo |
Settore minerario, elettricità, chimico |
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Ossido di carbonio |
Trasporti (motori a scoppio), lotta antincendio, acciaio, metallurgia, pasta di cellulosa e carta |
Interazione fra esposizione ad US e vibrazioni
In analogia a quanto avviene per esposizione al rumore possono verificarsi effetti sinergici tra esposizione a US ed esposizione a vibrazioni mano braccio o corpo intero. Non sono però disponibili relazioni dose risposta relative a tali interazioni. Al fine di garantire misure preventive, si assume che esposizioni a vibrazioni superiori a valori di azione debbano essere sempre considerate come in grado di incrementare il rischio espositivo a US.
Si sottolinea che per tutte le condizioni di incremento di rischio espositivo trattate, la valutazione del rischio è da effettuarsi caso per caso. E’ consigliabile segnalare le aree nelle quali i livelli di esposizione sono superiori a quelli più restrittivi indicati per la popolazione dai riferimenti protezionistici internazionali, quali quelli stabiliti dall’IRPA/INIRC (FAQ C3, FAQ D8), tenendo presente che, in alcuni casi, essi potrebbero non essere sufficientemente protettivi.
Il personale qualificato che effettua la valutazione indicherà, in collaborazione con il medico competente, eventualmente in collaborazione con il Medico Specialista Audiologo/Otorinolaringoiatra, l’esigenza delle particolari tutele previste dai riferimenti protezionistici internazionali o dalla letteratura rispetto ai gruppi di lavoratori particolarmente sensibili.
