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Tabelle per la stima delle emissioni infrarosse da superfici calde

 

L’esposizione a radiazione ottica infrarossa generate da corpi caldi dipende essenzialmente dalle dimensioni della superficie, dal materiale di cui è composta e dalla temperatura. Il criterio per stabilire la non rilevanza della sorgente consisterà quindi nel fornire quelle combinazioni dei suddetti parametri, che comportano un’esposizione alla radiazione infrarossa per i lavoratori, inferiore ai limiti di legge.

In particolare applicando un modello di “corpo nero”  è possibile calcolare il valore di temperatura per la quale l’irradianza alla distanza di calcolo, raggiunge il limite di esposizione previsto dalla legge. Per tale ragione, irraggiamenti caratterizzati da una temperatura della sorgente inferiore a quella calcolata, non saranno significativi dal punto di vista espositivo.

Nelle tabelle seguenti si sono considerate 3 forme semplici di superfici: rettangoli con un rapporto fra i lati 1:2, quadrati e cerchi. Sono state scelte 3 distanze di riferimento: 30cm, 50cm e 100cm. In via cautelativa si è assunta un’emissività uguale ad 1. Al variare delle dimensioni delle superfici, sono date le temperature massime alle quali, alle distanze scelte, l’irradianza è pari al limite fissato dalla legge.

In tal modo è possibile effettuare una valutazione semplificata che permette di escludere il rischio da radiazione infrarossa, senza la necessità di effettuare misurazioni radiometriche con strumentazione specifica.

Si ricorda inoltre che in presenza di livelli elevati di radiazione infrarossa, anche inferiori ai limiti presenti nel capo V (radiazioni ottiche artificiali), è necessario valutare il microclima dell’ambiente al fine di evitare colpi di calore (vedi FAQ MICROCLIMA).

Per approfondimenti vedi FAQ ROA C.14.


 

 

 

 

 

 

 

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