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Valutazione

SORGENTI GIUSTIFICABILI E DA VALUTARE

 

Con riferimento agli articoli 28 e 181 del D.lgs.81/08, il datore di lavoro valuta tutti i rischi derivanti da esposizione ad US in modo da identificare e adottare le opportune misure di prevenzione e protezione con particolare riferimento alle norme di buona tecnica ed alle buone prassi. Come per altri agenti fisici, questo non implica necessariamente l’effettuazione di misure.

 

Prima di procedere ad una attività metrologica è possibile infatti utilizzare diverse fonti informative quali: dati relativi alle emissioni ed alla sicurezza forniti dal fabbricante o dal distributore dell’apparecchiatura sorgente; dati reperibili presso banche dati accreditate, quali quelli disponibili sul presente Portale Agenti Fisici; report tecnici e valutazioni presso aziende simili dello stesso comparto; norme tecniche di prodotto; linee guida; dati di letteratura; etc.

 

Pertanto una volta individuate tutte le attrezzature e gli apparati sorgente di US, dovranno essere consultati preliminarmente i manuali di uso e manutenzione, predisposti dai fabbricanti o dai distributori. Tali manuali possono contenere anche indicazioni sui livelli di emissione dell’apparato nonché le misure di tutela da mettere in atto per un utilizzo in sicurezza dello stesso.

Per poter usufruire correttamente delle informazioni e dei dati forniti dai fabbricanti è indispensabile che le attrezzature/dispositivi siano utilizzati in conformità a quanto indicato dagli stessi, anche in riferimento alle procedure relative alla manutenzione preventiva e periodica.

Da questa analisi preliminare si potranno ricavare indicazioni da cui dedurre se la sorgente in esame necessita di approfondimenti valutativi o può essere considerata “giustificabile”. Si definisce situazione “giustificabile” (art.181 comma 3 D. lgs.81/08) la condizione prevista dalla normativa generale sugli agenti fisici secondo cui il datore di lavoro può concludere il processo di valutazione del rischio anche in una fase preliminare qualora si riscontri l’assenza di rischio, o una sua palese trascurabilità, considerando anche i soggetti particolarmente sensibili al rischio.

Per poter definire un’esposizione lavorativa “giustificabile” questa dovrebbe essere tale da non dare luogo nel tempo ad alcuna situazione potenzialmente pericolosa. Pertanto una condizione giustificabile non necessita dell'attuazione di specifiche misure di controllo e gestione del rischio. (es. procedure di manutenzione, acquisto/sostituzione attrezzature, tutela soggetti sensibili etc.).

Relativamente agli US questa condizione si verifica nel caso in cui i livelli di esposizione prodotti dalla sorgente in esame siano al di sotto dei riferimenti stabiliti a livello internazionale per la protezione della popolazione.

Come nel caso di altri agenti fisici, qualora non siano disponibili informazioni facilmente accessibili si dovrà procedere ad un approfondimento valutativo. Nel caso in cui si riscontri il superamento dei limiti adottati, il datore di lavoro elabora e attua un programma di azione volto a prevenire qualsiasi rischio per i lavoratori, tenendo anche conto dei lavoratori particolarmente sensibili al rischio.

 

Metodica di misura e strumentazione

 

Ai fini della valutazione dell’esposizione ad US la scelta delle grandezze da misurare/stimare dipende dal mezzo di propagazione e dai livelli raccomandati da organismi internazionali con i quali effettuare il confronto ai fini della verifica di conformità.

Per gli US che si propagano in aria, dove spesso le sorgenti presentano una natura emissiva essenzialmente di tipo tonale (monocromatica / sinusoidale, armonica), si procede misurandone i livelli di pressione acustica, espressi in dB (riferiti a 20 μPa), per ciascuna banda di terzi d’ottava (20 kHz, 25 kHz, 31.5 kHz, 40 kHz, 50 kHz, 63 kHz, 80 kHz, 100 kHz).

Questa scelta deriva dal fatto che buona parte dei limiti ammessi sono espressi in bande di terzi di ottava.

I principali descrittori da impiegare sono i seguenti:

  • Livello equivalente di pressione sonora
  • Livello di pressione sonora con ponderazione temporale in terzi di ottava
  • Livello di pressione sonora massimo con ponderazione temporale cioè è il livello sonoro massimo misurato, nella banda f di terzi di ottava considerata e ponderazione temporale τ (F o S), entro un intervallo di tempo dato.

A differenza delle misurazioni del livello di pressione sonora nella gamma delle frequenze udibili (effettuate con fonometri i cui requisiti sono stabiliti da consolidati standard internazionali, la strumentazione per la misurazione del livello di pressione sonora nella gamma delle frequenze ultrasoniche, allo stato attuale, non ha standard internazionali che definiscano in maniera chiara ed univoca sia i requisiti stessi della strumentazione, che le procedure di calibrazione e le indicazioni riguardo la taratura periodica.

In considerazione dei criteri di valutazione adottati a livello internazionale, una possibile soluzione consiste nell’effettuare misurazioni con l’utilizzo di strumentazione con requisiti conformi alla classe 1, dotata di microfono opportunamente selezionato per la gamma di frequenze da indagare e di filtri passa-banda in terzi d’ottava a condizione che:

•  la risposta in frequenza della catena di misura copra l’intervallo di frequenze di interesse (in genere non superiore a 100 kHz);

•  la frequenza di campionamento dello strumento digitale sia almeno il doppio della massima frequenza che si vuole misurare;

•  la frequenza centrale della banda di terzi di ottava più alta fra quelle disponibili nella strumentazione utilizzata sia superiore alla frequenza da misurare;

• la gamma dinamica e la linearità dello strumento siano settate in funzione della sensibilità del microfono e sufficienti per la misurazione dei reali livelli di pressione sonora.

Molto spesso è necessario individuare in maniera più precisa le frequenze emesse dalla sorgente ultrasonica, soprattutto quando queste si distribuiscono a cavallo di due bande di terzi di ottava. In tal caso, si può ricorrere ad analisi in banda di sottomultipli di ottava più strette (1/6, 1/12, 1/24 di ottava) oppure con un’analisi a larghezza di banda costante tramite FFT (Fast Fourier Transform).

I descrittori acustici che possono essere impiegati per il confronto con i criteri di valutazione sono, per ogni banda di terzo di ottava:

•  il Livello equivalente di pressione sonora Leq,T;

•  il Livello di esposizione giornaliera;

•  il Livello massimo di pressione sonora con ponderazione temporale (Fast, Slow);

•  il Livello di pressione sonora massimo (SPL)

 

Al fine di ottenere una valutazione maggiormente cautelativa, per il confronto con i limiti considerati si consiglia di utilizzare il livello sonoro massimo con ponderazione temporale Slow per ogni banda di terzi di ottava, in un intervallo di tempo rappresentativo del funzionamento ordinario della sorgente.

Per garantire l’affidabilità dei risultati delle misurazioni, sarebbe opportuno che i requisiti della catena di misura fossero verificati, insieme a test di conformità di classe 1, da un laboratorio di taratura e le informazioni pertinenti dichiarate all’interno di un rapporto di prova (per l’intera catena di misura andrebbe eseguita una verifica periodica con cadenza biennale della conformità alle norme tecniche pertinenti. Tale verifica dovrebbe comunque avvenire dopo un evento traumatico che interessa uno o più elementi della catena di misura o dopo una riparazione degli stessi).

In ogni caso, la taratura da parte di un centro LAT della parte udibile, potrebbe rappresentare indice di buon funzionamento anche della parte ultrasonica.

Qualsiasi verifica periodica nella gamma delle frequenze pertinenti dovrebbe includere almeno:

•         la verifica del microfono con determinazione della sua risposta in frequenza in campo libero;

•         la verifica dei filtri passa-banda in terzi d’ottava (caratteristiche di attenuazione, errori e intervallo di linearità);

•         la verifica del rumore intrinseco;

•         la determinazione degli errori dovuti alle medie lineare ed esponenziale.

Il microfono rappresenta un elemento di particolare importanza nella catena di misura. Tenendo in considerazione, da un lato il range di frequenze da misurare nonché dei livelli di pressione sonora minimo e massimo osservati tipicamente e dall’altro le proprietà elettroacustiche dei microfoni disponibili in commercio, la scelta ottimale ricade su microfoni di misura per campo libero con un diametro nominale di 1/4” o 1/8”.

Il microfono, in combinazione con il misuratore/analizzatore, dovrebbe garantire una banda passante piatta fino alle frequenze massime di indagine (il sistema dovrebbe permettere di correggere elettronicamente la risposta in frequenza del microfono). Inoltre, l’impiego di un microfono in configurazione con griglia di protezione è possibile quando è noto l’effetto di quest’ultima sulla risposta in frequenza del microfono. Se possibile, l’utilizzo della protezione antivento dovrebbe essere evitato, dato che gli effetti possono significativamente influire sul risultato della misurazione in termini di attenuazione dei livelli nelle diverse bande di frequenza ultrasoniche. Tuttavia, qualora si verificasse la necessità di impiegare tale protezione, ad esempio in presenza di flussi di aria, il comportamento del microfono con tale accessorio dovrebbe essere noto. Nell’impiego di cavi di prolunga microfonica va tenuto in conto che essi possono influenzare il valore della tensione di uscita e la risposta in frequenza del sistema microfono-preamplificatore e possono insorgere interferenze da radiofrequenze elettromagnetiche sulle misure tramite il preamplificatore e altri componenti del sistema. Tuttavia, tali effetti sono trascurabili quando i cavi hanno lunghezza non superiore a 2 metri.

L’effetto della direttività nella gamma delle frequenze ultrasoniche, aumenta con l’aumentare della frequenza dal momento che, ad esempio, il pattern di direttività di un microfono da 1/4 di pollice, approssimativamente omnidirezionale nella gamma delle frequenze udibili, diventa direzionale per frequenze superiori a 20 kHz. Inoltre, l’effetto dipende dalla configurazione del microfono ed è decisamente più accentuato in presenza di griglia di protezione.

Il rumore intrinseco della catena di misura nelle bande di terzo d’ottava di interesse, determina il limite inferiore del campo di misurazione e può influenzare i risultati delle misurazioni dei livelli di pressione, quando questi sono bassi. L’effetto del rumore intrinseco diventa non più trascurabile quando la differenza tra il livello misurato rispetto al livello di rumore intrinseco è inferiore a 10 dB.

La calibrazione della catena di misura con l’uso di un calibratore acustico ed adattatore per la specifica capsula microfonica (94 -114 dB @ 1 kHz), effettuato prima e dopo le sessioni di misurazione, può essere un fattore importante per il contenimento dell’incertezza delle misurazioni del livello di pressione sonora. Infatti, la calibrazione in condizioni ambientali reali compensa in una certa misura gli effetti derivanti da variazioni di pressione statica, temperatura e umidità, purché le misurazioni non siano eccessivamente prolungate nel tempo e le condizioni ambientali non varino troppo.

In analogia alle misure di esposizione al rumore, prima di effettuare una campagna di misura, si devono acquisire tutte le informazioni utili sullo scenario espositivo, incluse le postazioni occupate e le modalità di lavoro degli operatori. Occorre quindi tener presente:

•         le caratteristiche temporali dell’emissione ultrasonica (costante, fluttuante, impulsiva, ciclica, ecc.) nonché di direttività;

•         le condizioni acustiche intorno alla postazione di misura, compresa la presenza di eventuali sorgenti interferenti;

•         i parametri microclimatici più significativi (temperatura, umidità, pressione, velocità dell’aria, ecc.) se possono influenzare i valori misurati e il corretto funzionamento degli strumenti utilizzati.

Sulla base delle informazioni raccolte e/o fornite dal datore di lavoro devono essere pianificati: posizioni di misura, numero delle misure e tempi di misura, in modo da ottenere una rappresentazione significativa delle condizioni di esposizione dei lavoratori. Per quanto riguarda l’individuazione delle postazioni di misura, data la possibile direttività di questa tipologia di sorgenti, si suggerisce la seguente metodologia:

•         una serie di misure intorno alla sorgente in modo da verificarne la natura e la direttività ed individuare le direzioni in cui si ha massima emissione;

•         una mappatura dei livelli di esposizione nelle aree accessibili ai lavoratori al fine di identificare e segnalare eventuali zone ad accesso controllato;

•         per gli operatori addetti alla specifica sorgente che stazionano nelle vicinanze della stessa durante il suo funzionamento, al fine di quantificare il livello di esposizione, eseguire le misure in prossimità dell’orecchio maggiormente esposto, orientando il microfono verso la sorgente (entro +/- 20 gradi si ha una variazione minima dei valori misurati) e ad una distanza dall’orecchio non superiore a 10 cm (per distanze maggiori si riscontrano forti variazioni dei livelli).

 

Criteri di confronto con i valori limite

 

Come nel caso di altri agenti fisici, nel caso in cui si riscontri il superamento dei limiti adottati, il datore di lavoro elabora e attua un programma di azione volto a prevenire qualsiasi rischio per i lavoratori, tenendo anche conto dei lavoratori particolarmente sensibili al rischio.

In sede di valutazione del rischio si consiglia sempre di individuare le aree nelle quali i livelli di esposizione sono inferiori a quelli più restrittivi indicati per la popolazione dall’IRPA/INIRC.

I limiti di esposizione raccomandati a livello internazionale, e a livello nazionale in vari Paesi, sono notevolmente diversi tra loro, e in assenza di una normativa nazionale italiana che fissi limiti di esposizione cogenti, in un’ottica cautelativa, si consiglia di fare riferimento in primo luogo all’impostazione delle linee guida canadesi che tra 20 e 50 kHz riportano limiti di esposizione per i lavoratori identici a quelli previsti dall’IRPA-INIRC, esplicitamente considerati come “ceiling values”.

Sono pertanto da utilizzare i limiti di esposizione previsti dalla Tabella 1, compresi quelli previsti per la popolazione per quanto riguarda i soggetti particolarmente sensibili e la definizione delle sorgenti giustificabili.

Tabella 1 - Limiti IRPA-INIRC per esposizione dei lavoratori (continuativa per 8 h) e della popolazione (continuativa ≤ 24 h) per US in aria

Frequenza centrale della banda in terzi d'ottava (kHz)

 

Esposizione lavoratori

SPL - Livello di pressione sonora

(dB re: 20 µPa)

Esposizione popolazione

SPL - Livello di pressione sonora

(dB re: 20 µPa)

20

75

70

25

110

100

31,5

110

100

40

110

100

50

110

100

63

110

100

80

110

100

100

110

100

 

 

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