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Normativa 

Gli ultrasuoni rientrano nel campo di applicazione del Titolo VIII del D. Lgs.81/08 in quanto elencati tra gli agenti fisici nel Capo I (Articolo 180) ma, a differenza dei campi elettromagnetici, del rumore, delle vibrazioni e delle radiazioni ottiche artificiali, non possiedono un capo specifico che indichi una metodica di valutazione e le conseguenti misure di prevenzione e protezione da applicare. Pertanto, si fa riferimento a quanto indicato al comma 1 dell’Articolo 181 - Valutazione dei rischi, in cui è riportato che “il datore di lavoro valuta tutti i rischi derivanti da esposizione ad agenti fisici in modo da identificare e adottare le opportune misure di prevenzione e protezione con particolare riferimento alle norme di buona tecnica ed alle buone prassi”. Per la valutazione del rischio ci si può quindi riferire a norme tecniche, raccomandazioni di Organismi Protezionistici, di Enti e Associazioni a livello nazionale e internazionale. Al momento, i riferimenti più rilevanti sono: il documento dell’International Non-Ionizing Radiation Committee of the International Radiation Protection Association (IRPA-INIRC) “Interim guidelines on limits of human exposure to airborne ultrasound” del 1984; le linee guida Canadesi del 1991 “Guidelines for the Safe Use of Ultrasound: Part II Industrial and Commercial Applications” a cura dell’Health Canada; il documento Threshold Limit Values and Biological Exposure Indices dell’American Conference of Governmental Industrial Hygienists (ACGIH) del 2021.

 

Si riportano di seguito nelle Tabelle C1 e C2, i limiti raccomandati dall’IRPA-INIRC per i lavoratori (esposizione continuativa di 8 h) e per la popolazione (esposizione continuativa ≤ 24 h), stabiliti sulla base dei potenziali effetti soggettivi come nausea, mal di testa, affaticamento, acufeni riportati in letteratura e basati sull’assunto che l’esposizione avvenga in aria e che non si verifichi mai il contatto diretto del soggetto esposto con la sorgente. Si suppone che tali limiti siano protettivi anche nei riguardi di effetti più rilevanti, in quanto esposizioni fino a questi livelli normalmente non causano un innalzamento momentaneo della soglia uditiva, effetto che, ripetuto nel tempo può portare ad un deficit del sistema uditivo. Poiché praticamente tutti gli effetti avversi riportati si riferiscono a frequenze inferiori a 100 kHz, e quasi sempre inferiori a 50 kHz, i limiti IRPA-INIRC sono definiti per bande di terzi di ottava con frequenze centrali da 20 kHz a 100 kHz.

Tabella C1 - Limiti IRPA-INIRC per esposizione dei lavoratori (continuativa per 8 h) e della popolazione (continuativa ≤ 24 h) per US in aria

Frequenza centrale della banda in terzi d'ottava (kHz)

 

Esposizione lavoratori

SPL - Livello di pressione sonora

(dB re: 20 µPa)

Esposizione popolazione

SPL - Livello di pressione sonora

(dB re: 20 µPa)

20

75

70

25

110

100

31,5

110

100

40

110

100

50

110

100

63

110

100

80

110

100

100

110

100


 

 

I limiti riportati in Tabella C1 sono espressi in termini di livelli di pressione sonora (Sound Pressure Level SPL) in decibel (dB), a loro volta definiti in base al valore rms (o valore efficace) della pressione acustica.

I limiti IRPA-INIRC tengono conto della durata complessiva dell’esposizione quando questa è inferiore alle 4 ore giornaliere modificando i limiti per i lavoratori riportati in Tabella C1 come indicato nella seguente Tabella C2.

Tabella C2 - Modifica dei limiti di esposizione professionale indicati nella Tabella C1 per la durata dell'esposizione non superiore a 4 ore al giorno

Modifica dei limiti di esposizione professionale per durata di esposizione non superiore a 4 ore al giorno

Durata esposizione (h)

Correzione

(dB)

2-4

+3

1-2

+6

0-1

+9

 

 

Si evidenzia che i limiti stabiliti dall’IRPA-INIRC per l’esposizione della popolazione sono più bassi di quelli fissati per i lavoratori in quanto devono essere prese in considerazione le seguenti argomentazioni:

  • potrebbero riscontrarsi esposizioni con durate considerevoli, fino a 24 ore al giorno;
  • non è prevista una sorveglianza sanitaria;
  • non sarebbe opportuno richiedere l’utilizzo di dispositivi di protezione per mantenere i livelli ultrasonori entro i limiti;
  • oltre ai possibili effetti uditivi bisogna considerare anche effetti di fastidio, stress ecc.;
  • all’interno della popolazione possono esserci persone particolarmente suscettibili agli effetti degli agenti fisici, compresi gli US.

In ambiente di lavoro i livelli di protezione stabiliti per la popolazione sono rilevanti nel caso di esposizione di soggetti particolarmente sensibili al rischio, nonché nella definizione delle sorgenti giustificabili.

Le linee guida Canadesi del 1991 indicano limiti di esposizione per le esposizioni lavorative identici a quelli IRPA-INIRC tra 20 e 50 kHz (Tabella C3), massima frequenza considerata, ed esplicitamente sono indipendenti dal tempo di esposizione in quanto gli effetti soggettivi possono verificarsi immediatamente. Si tratta quindi esplicitamente di “ceiling values”, inoltre non è previsto nessun aumento dei limiti per esposizioni inferiori alle 4 ore come invece previsto dall’IRPA-INIRC.

Tabella C3 - Limiti (SPL in banda di 1/3 di ottava) raccomandati dalle Canadian Exposure Guidelines per esposizione dei lavoratori per US in aria

Frequenza

(kHz)

SPL

(dB)

16

75

20

75

25

110

31.5

110

40

110

50

110

 

 

Si riportano in Tabella C4 i limiti stabiliti dall’ACGIH per esposizione occupazionale a US che si propagano in aria riportati nel documento Threshold Limit Values and Biological Exposure Indices. Questi limiti rappresentano le condizioni al di sotto delle quali si ritiene che la maggior parte dei lavoratori non sperimenti un innalzamento temporaneo della soglia uditiva. I valori Time Weight Average (TWA) per 8 ore sono un’estensione dei limiti per il rumore, ovvero 85 dB per 8 ore.

I Threshold Limit Values (TLV) proposti dall’ACGIH rappresentano le condizioni al di sotto delle quali si ritiene che la maggior parte dei lavoratori possa essere ripetutamente esposto senza effetti avversi sulle loro capacità di udire e comprendere una normale conversazione.

Tabella C4 - Limiti ACGIH per esposizione dei lavoratori

 

Misurati in aria in dB

Riferiti a 20 µPa; testa in aria

Frequenza centrale

della banda di 1/3 di ottava (kHz)

Valori Limite

di soglia

(Ceiling)

TWA

(8 h)

10

105(A)

88(A)

12,5

105(A)

89(A)

16

105(A)

92(A)

20

105(A)

94(A)

25

110(B)

-

31,5

115(B)

-

40

115(B)

-

50

115(B)

-

63

115(B)

-

80

115(B)

-

100

115(B)

-

(A)            Disturbo soggettivo e disagio possono verificarsi, in alcuni individui, a livelli compresi tra 75 e 105 dB per frequenze comprese tra 10 kHz e 20 kHz specialmente se di natura tonale. Possono essere necessarie protezioni individuali o interventi ingegneristici per prevenire effetti soggettivi. Suoni tonali di frequenza inferiore a 10 kHz dovrebbero pure essere ridotti a 80 dB.

(B)             Questi limiti presuppongono che il soggetto sia a contatto con acqua o con altro mezzo. Questi limiti possono essere aumentati di 30 dB quando non vi è possibilità che l’ultrasuono agisca sul corpo per contatto con l’acqua o altri mezzi. Quando la sorgente di US viene in contatto diretto con il corpo, i valori della tabella non sono validi. E’ necessario usare il valore del livello di vibrazione sull’osso mastoide. E’ necessario evitare valori di accelerazione di 15 dB superiori al riferimento di 1g rms riducendo l’esposizione o isolando il corpo a contatto con la sorgente (g = accelerazione dovuta alla forza di gravità, pari a 9,80665 m/s2; rms = root mean square, valore quadratico medio o valore efficace).

 

Esposizioni anche brevi a livelli superiori a 105 dB portano ad un innalzamento temporaneo della soglia uditiva.

Nell’intervallo di frequenze tra 25 kHz e 100 kHz, se l’unico mezzo di propagazione fra la sorgente ultrasonica e la testa dell’operatore è l’aria, un livello superiore a 145 dB anche per pochi secondi, porta ad un innalzamento momentaneo della soglia uditiva.

Se invece la testa dell’operatore è immersa in acqua insieme alla sorgente, allora l’innalzamento della soglia uditiva si manifesta per livelli superiori a 115 dB (riferiti a 20 µPa in aria). Livelli inferiori a 145 dB (testa in aria) o 105 dB (testa in acqua), possono comunque portare ad un graduale deterioramento dell’udito nelle frequenze superiori a 8 kHz.

I limiti di esposizione raccomandati a livello internazionale, e a livello nazionale in vari Paesi, sono notevolmente diversi tra loro, e in assenza di una normativa nazionale italiana che fissi limiti di esposizione cogenti, l’indicazione che è possibile dare in questa sede ai datori di lavoro è la seguente. In un’ottica cautelativa si consiglia di fare riferimento in primo luogo all’impostazione delle linee guida canadesi che tra 20 e 50 kHz riportano limiti di esposizione per i lavoratori identici a quelli previsti dall’IRPA-INIRC, esplicitamente considerati come “ceiling values”, senza nessun aumento dei limiti per le esposizioni di più breve durata: sono pertanto, da utilizzare i limiti di esposizione previsti dalla Tabella C1, compresi quelli previsti per la popolazione per quanto riguarda i soggetti particolarmente sensibili e la definizione delle sorgenti giustificabili.

Nella banda dei 20 kHz, in caso di superamento del limite e qualora non sia possibile ridurre i livelli di esposizione, va attivato un sistema di prevenzione e protezione per livelli tra 75 dB e 105 dB, in particolare per gli effetti soggettivi, come suggerito dall’ACGIH nella nota alla Tabella C4.

Nel caso di superamento dei 105 dB nella banda dei 20 kHz e nel caso di superamento dei 110 dB per le bande superiori, se non è possibile ridurre i livelli di esposizione in aria, il lavoratore deve essere protetto in particolare fornendo dispositivi di protezione individuale uditivi che riportino l’esposizione del lavoratore al di sotto di questi valori, ed è inoltre necessario attivare la sorveglianza sanitaria.

Si evidenzia che in questa sezione sono trattate principalmente sorgenti emittenti US in aria fino alla frequenza di 100 kHz. Per frequenze superiori a 100 kHz in aria non si hanno indicazioni su quali limiti adottare.

 

                                         Linee Guida e norme tecniche

 

2013
Exposure Limits for Airborne Sound of Very High Frequency and Ultrasonic Frequency

Institute of Sound And Vibration Research
2006
LIMIMITES D'EXPOSITION AUX INFRASONS ET AUX ULTRASONS

INRS - Hygiène et sècurité du travail
1991
Guidelines for the Safe Use of Ultrasound: Part II - Industrial and Commercial Applications

Minister of National Health and welfare - Canada

1984

INTERIM GUIDELINES ON LIMITS OF HUMAN EXPOSURE TO ARIBORNE ULTRASOUND

IRPA - ICNIRP

CEI EN 61672-1: 2014. Elettroacustica – Fonometri parte 1: Specifiche.
VDI 3766: 2012. Ultrasound - Workplace - Measurement, assessment, judgement and reduction.
CEI EN 61094: 1997. Microfoni di misura. Parte 4: Specifiche dei microfoni campione di lavoro.
CEI EN 61260-1: 2017. Elettroacustica - Filtri a banda di ottava e frazione di banda d'ottava. Parte 1: Specifiche di prestazione.
CEI EN IEC 60942: 2018. Elettroacustica - Calibratori acustici
CEI EN 60601-2-5: 2016. Apparecchi elettromedicali Parte 2: Prescrizioni particolari relative alla sicurezza fondamentale e alle prestazioni essenziali delle apparecchiature per la terapia ad ultrasuoni.
CEI UNI 70098-3: 2016. Incertezza di misura. Parte 3: Guida all'espressione dell'incertezza di misura.
ISO/IEC Guide 98-3:2008: Uncertainty of measurement-- Part 3: Guide to the expression of uncertainty in measurement (GUM:1995).
UNI 9432: 2011. Acustica. Determinazione del livello di esposizione personale al rumore nell’ambiente di lavoro.
UNI EN ISO 9612: 2011. Acustica. Determinazione dell’esposizione al rumore negli ambienti di lavoro. Metodo tecnico progettuale.
 The American Conference of Governmental Industrial Hygienists (ACGIH). Guide to Occupational Exposure Values, 2021.



 

 

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