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Strumenti per il calcolo del Rischio UV Solare

 

 

Vengono qua riportati due calcolatori per la valutazione del rischio oculare e del rischio cutaneo alla radiazione UV solare per lavoratori che svolgono le proprie mansioni, o parte di esse, all’aperto: sono stati implementati sulla base dei criteri contenuti nel documento ICNIRP 14/2007 “Protecting Work from Ultraviolet radiation”.

I due calcolatori sono diversi per le diverse caratterisitiche dell'interazione della  radiazione UV solare con i due organi bersaglio.

Per ogni rischio vengono richieste una serie di condizioni espositive che influenzano l’irraggiamento della pelle o dell’occhio e che corrispondono a dei fattori moltiplicativi. L’insieme di questi fattori consente una valutazione semi-quantitativa dell’esposizione alla radiazione UV solare utile ad  individuare le appropriate misure di tutela da adottare: un aspetto importante del calcolatore è rappresentato proprio dalla possibilità di valutare l'efficacia  dalla messa in atto delle principali misura di tutela e di buone pratiche di lavoro (abbigliamento, ombra, orario di lavoro etc.) nella riduzione del rischio espositivo.

In relazione ai criteri utilizzati per la valutazione del rischio da esposizione UV oculare ed ai coefficienti utilizzzati dal calcolatore, notevolmente diversi da quelli adottati per il calcolo del richio cutaneo, è necessario considerare quanto segue.

Nel caso di irraggiamento diretto solare dell'occhio i limiti di esposizione UV verrebbero superati in meno di mezz’ora in una giornata estiva soleggiata. Tuttavia, nella maggior parte delle lavorazioni all'aperto ciò non è realistico a causa dell’anatomia dell’occhio. Infatti nelle normali condizioni espositive del lavoratore all'aperto (in posizione eretta o seduta) l'irraggiamento avviene dall'alto: le ciglia, le palpebre e le sopracciglia proteggono da possibili sovraesposizioni i tessuti della camera anteriore dell'occhio. Emerge da consolidati studi sperimentali ed epidemiologici che tale protezione è sufficiente a proteggere dai danni derivanti dall'esposizione ad UV i tessuti corneali/cristallino. Per analoghi motivi il fattore moltiplicativo di una giornata nuvolosa utilizzato nella stima del rischio  è superiore a quello di una giornata soleggiata: nel primo caso la radiazione UV arriva diffusa e non perpendicolare all’occhio e pertanto non sono attivati i meccanismi di difesa naturali  in presenza di irraggiamento diretto dell'occhio: in caso di irraggiamento diretto viene spontaneo contrarre/"strizzare gli occhi" per ridurre la radiazione incidente. Viceversa per  lavorazioni che comportano la vicinanza a superfici riflettenti per un lungo periodo di tempo l’esposizione oculare potrebbe superare i limiti di esposizione. Solo per tali condizioni espositive il fattore moltiplicativo relativo alla "riflettanza del suolo"  è pari a 1, negli altri casi è inferiore all'unità, per le ragioni precedentemente discusse.

E' da tener presente che tali considerazioni sono relative strettamente al rischio espositivo dei tessuti della camera anteriore dell'occhio (cornea e cristallino) da radiazione UV. Non sono considerati in tale contesto rischi relativi al disagio visivo, all'abbagliamento o ad  altri fattori ergonomici che possono essere arrecati dalla luce solare visibile, da valutarsi secondo altri criteri.

Resta inteso che per la valutazione del rischio espositivo UV relativo alle palpebre e alle superfici cutanee prossime all'occhio è da utilizzarsi il calcolatore relativo alla protezione della cute. 

 

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